10 anni dopo.
Un appuntamento deciso al volo, senza pensarci troppo su, per la sera stessa. Gli abiti della giornata appena consumata, la stanchezza delle ore di lavoro, il freddo pungente fuori dalla porta. Nessuna preoccupazione, nessuna ansia strana. Come se ri-vedersi dopo un sacco di tempo fosse la normalità e le distanze fossero azzerate.
Ore 19.00: come sempre è in ritardo. La conosco bene e quindi penso: non è cambiata! Il sospiro è di sollievo.
Nessuna formalità precede l’incontro, spontaneamente scrive: “sto finendo una cosa, mi aspetti dieci minuti?” e ne passano 20. Ok, è lei. Scorrono veloci 5 ore no stop di chiacchiere che attraversano passato e presente, solo timidi accenni al futuro. Stasera non ci importa di quello che succederà, ricordiamo le cose belle di ieri e condividiamo le vite nuove di oggi. Tutte da scoprire e costruire. L’impressione è quella di non aver mai interrotto la conversazione. La percezione che un filo conduttore ci abbia tenute unite, fino ad ora. Abbiamo solamente unito capo e coda, per ritrovarci appollaiate sul divano, nel centro di Milano, nel centro del nostro mondo. Ci sono legami che sono intimamente fraterni e incontaminabili. Li riconosci a pelle e solitamente nel contarli sulle dita di una mano non si arriva al numero 3. Sensazione splendida.
- L'illustrazione è della bravissima Elena
Odriozola -
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