venerdì 23 novembre 2012

LA STORIA DELLA TATA - FOTOGRAFA: VIVIAN MAIER

C’era una volta una tata di nome Vivian Maier.
Protagonista di una storia strana.
Aspetto schivo, capelli corti, abiti maschili e un accento francese.
Animo irrequieto e un equilibrio da ricercare lontano.


Per molti anni si dedicò con affetto e attenzione a tre bambini.
Una mamma a tutti gli effetti, capace di crescere John, Lane e Mattew con estrema cura, come fossero figli suoi.
La quotidianità: tranquille passeggiate per le vie di Chicago in compagnia dei tre piccoli borghesi e di una macchina fotografica appesa al collo, immancabilmente pronta all’uso.
Voleva lasciare ai suoi bambini gli istanti catturati con la sua Rolleiflex, per scrivere un diario fotografico carico d’amore.
Era in grado di cogliere la rapidità dei loro gesti, le emozioni nascoste dietro a un’espressione.
Voleva fissare sulla pellicola i momenti che suscitavano in lei un sentimento forte.
Nanny di professione, non fotografa. Eppure una dote artistica invidiabile era pronta ad esplodere.
Scattò migliaia di fotografie, collezionando attimi di vita vera, dalla sua perfetta angolazione. Oltre ai bambini, immortalava ogni persona - incontrata sulla sua strada - che toccava le corde della sua sensibilità.
Fotografie private, scattate senza pensare ad un pubblico di scrutatori.
Ma un giorno qualunque, un agente immobiliare comprò all’asta i vecchi negativi venduti da Vivian che, ormai anziana, si trovava in serie difficoltà economiche. Stava cedendo la sua arte, svendendola senza saperlo.
Fu così che per caso, o meglio dire per fortuna, le sue fotografie vennero scoperte, apprezzate e condivise.
Un successo internazionale, che l’autrice non ebbe il tempo di cavalcare.
Un talento nascosto per molti anni, che una volta portato alla luce, non poté che essere riconosciuto e incredibilmente apprezzato.

Molti dei suoi scatti sono confluiti nel
blog a lei dedicato.




  
Articolo di Barattolodibiglie condiviso con il magazine on line Tiragraffi

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